Dillo

chiacchiere condivise

Gestire un server costa. I server devono essere in grado di far fronte a migliaia e migliaia di richieste concomitanti da parte degli utenti e di caricare testi, immagini e video.

Mentre utilizzate Twitter, Facebook, Instagram o TikTok non state dando direttamente i soldi a loro, ma state concedendo i vostri dati personali e la vostra attenzione sui loro annunci.

È così che li pagate per offrirvi un servizio “gratuito”.

Quando si utilizza Mastodon (o un altro software del fediverso), le informazioni personali rimangono private e non si viene bombardati da annunci.

Ma l'amministratore del server necessita di soldi per gestire il servizio.

Ecco perché è una buona pratica aiutare a finanziare questi amministratori con una donazione.

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Forse molti di voi hanno già sentito parlare di Euro Digitale, una nuova moneta che dovrebbe affiancare (almeno all'inizio) quella cartacea.

Probabilmente però molti di meno hanno sentito parlare di moneta programmabile, ovvero una particolare forma di moneta digitale creata per essere utilizzabile solo per scopi predefiniti.

Mentre in Italia si dibatte sull'uso del POS e della libertà di utilizzare il contante, nel mondo si teorizzano monete digitali utilizzabili solo per determinate operazioni o con una scadenza.

Già, avete capito bene, soldi con una data di scadenza come quella del latte.

Se ci pensate la data di scadenza sul denaro è proprio una genialata. (!?!?)

Ora non faintendetemi, ho alle spalle studi economici e capisco perfettamente che questo tipo di moneta possa risultare molto interessante da teorizzare perché sarebbe in grado di stimolare l'economia come mai prima d'ora.

Facciamo finta che l'economia sia in recessione e che il vostro stipendio di moneta digitale sia programmato in questo modo, il 70% da spendere entro tre mesi, il restante 30% con una durata superiore (per garantire i vostri risparmi).

Vi trovereste limitati nella vostra libertà in quanto dovreste cercare di spendere il prima possibile una buona fetta del vostro stipendio per non correre il rischio che il denaro scada.

Risultato? Ottimo dal punto di vista economico, ma sarebbe etico?

Il mio è un esempio puramente teorico, ma personalmente credo di avere più dubbi che certezze su un sistema simile.

Per approfondire:

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Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità più di 2 miliardi di persone soffrono di un qualche tipo di disabilità visiva.

Per questo motivo l'Istituto Braille ha fatto realizzare un font specifico pensato per coloro che hanno problemi alla vista.

Il font denominato Atkinson Hyperlegible è liberamente scaricabile da questo indirizzo:

https://brailleinstitute.org/freefont

Questo blog ha deciso di adottare questo particolare font per favorirne la lettura anche da parte di chi è ipovedente.

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Il litio è un metallo importantissimo nella produzione di batterie e più in generale strategico per la transizione ecologica che dovremo affrontare nei prossimi anni.

Stando ad un recente studio l'Italia è potenzialmente ricca di questo metallo, a dirlo è addirittura il CNR.

Stiamo parlando di studi preliminari e resta da capire come e dove effettivamente potrà essere economicamente sfruttato, ma resta una notizia di fondamentale importanza non solo per il nostro paese ma per l'Europa intera.

L'Unione Europea si è infatti posta come obiettivo quello di essere meno dipendente da risorse primarie provenienti dall'estero necessarie per lo sviluppo del continente stesso.

La crisi dei chip prima e quella oggi del gas hanno insegnato che è necessario svincolarsi da logiche economiche che vincolano il mercato rendendolo vulnerabile a crisi esterne.

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Leggere l'interessante articolo di Tecnologia Banale mi ha fatto ricordare quanto io sia una cattiva persona.

Da qualche mese infatti ho praticamente abbandonato il browser Firefox in favore di Brave.

E' stata una scelta non facile perché fin dai tempi antichi ho sempre utilizzato con piacere browser diversi da quelli più blasonati. Negli anni in cui Internet Explorer faceva il bello ed il cattivo tempo usavo Netscape Navigator, quando infine quest'ultimo è stato dismesso sono passato all'erede di casa Mozilla.

Come scrivevo ho recentemente dovuto cambiare browser per un semplice motivo, a parità di finestre aperte Firefox risultava molto più pesante in termini di RAM sul mio vecchio laptop rendendo la navigazione molto lenta.

In attesa che i volontari di Mozilla trovino una soluzione sono dovuto passare a Brave, pur avendo comunque alcuni rimorsi...

Per quale motivo?

Quello della scelta del browser è un problema che a molti potrebbe sembrare futile, ma in realtà non è banale in quanto il software con il quale possiamo esplorare il web influisce anche sull'accessibilità della rete stessa.

Chromium è il browser open source in pratica offerto da Google, su di esso si basano Chrome, Edge, Brave, Vivaldi etc...

Ciò rende di fatto Chromium lo standard di fatto per navigare in internet e spinge i siti web ad ottimizzarsi per meglio funzionare con esso.

Risultato?

Google è riuscita ad ottenere una grande influenza sullo sviluppo del web anche per questo motivo, una loro decisione sul futuro di Chromium ha immediate ripercussioni su come miliardi di individui accedono alla rete internet.

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Una delle notizie di questi giorni è che l'aumento delle temperature sta mettendo in difficoltà le mete turistiche invernali dell'Appennino a causa della mancanza di neve.

La sofferenza degli operatori turistici ha spinto gli enti locali a chiedere allo stato investimenti per mantenere la neve artificiale anche con temperature più alte rispetto a quanto sia oggi possibile.

Come giustamente fa notare Legambiente il ragionamento dovrebbe essere ben più profondo visto che i modelli climatici mostrano come il riscaldamento globale sia un processo ormai inevitabile.

Probabilmente ha più senso pensare a come rendere fruibile la montagna dell'Appennino 365 giorni l'anno considerando gli effetti gravi dell'aumento delle temperature piuttosto che investire in costosi impianti che potrebbero non essere sufficienti per mitigare l'impatto dell'aumento delle temperature dei prossimi decenni.

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Inizia il nuovo anno e quindi è il momento di pensare a ciò che mi piacerebbe fare nel 2023.

Molte delle attività online che nel (poco) tempo libero sto facendo coinvolgono il fediverso, mi pare quindi giusto fare il punto sulla situazione focalizzandomi su quelle attività che necessitano un minimo di costante presenza ed aggiornamento.

Diffondere consapevolezza sulla privacy

Getprivacy.it è un progetto nato meno di un anno fa con l'obiettivo condividere alcuni semplici suggerimenti per aumentare il proprio livello di privacy online. Ho intenzione di continuare a portarlo avanti perché penso che anche nel 2023 quello dei dati personali resterà uno dei temi caldi.

Orientarsi nel fediverso

Per coloro che arrivano da piattaforme centralizzate come Twitter, Facebook ed Instagram non è semplice capire come raccapezzarsi in un arcipelago decentralizzato come quello del fediverso composto da server interconnessi tra di loro ma anche separati.

Per questo motivo spero che fediverso.info possa continuare a rappresentare un porto sicuro per chi ha intenzione di orientarsi tra piattaforme e istanze italofone.

Un altro progetto sempre su questa falsariga è fedi.love, l'ultimo sito su cui ho lavorato e dove vorrei continuare a portare notizie, idee e suggerimenti che possano essere da spunto per meglio capire pregi (e se necessario anche difetti) della decentralizzazione.

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P.S.: Questa è solo una lista di desideri, purtroppo non posso promettere nulla visto che l'anno è lungo e gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo. Quello che posso dire è che cercherò di rispettarla per quanto possibile. 😉

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Recentemente ho letto con interesse questo articolo che pone l'accento su quanto i social ci abbiano cambiato e fatto diventare tutti ugualmente invisibili.

Cerchiamo di emergere con post accattivanti e polemiche per un effimero briciolo di notorietà ed infine ricadiamo nell'anonimo mare magnum di internet.

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Ok, non intendo i forum così come erano nei primi anni 2000, ma a qualcosa di decentralizzato ed indipendente in linea con i nostri tempi.

Ricordate quando bastava un dominio, un database Mysql ed un server Apache con php ed eri online con un forum da poter gestire in totale autonomia?

Se siete giovani probabilmente no, ma era così che nascevano le community un tempo.

E' stato solo con l'avvento dei social network che è nata l'illusione di un servizio che riunisse tutti quanti su una unica piattaforma nella quale poter discutere di qualsiasi argomento.

I social hanno svuotato le community indipendenti privandole di utenti e di fatto trasformandole in oggetti rari. Oggi i forum sono quasi spariti, come anche i newsgroup e le mailing list.

C'è però una opportunità che possiamo cogliere al volo, quella di tornare a creare delle piccole community indipendenti e decentralizzate grazie al Fediverso.

Non so se l'idea prenderà piede anche nel grande pubblico o resterà un sistema che verrà abbracciato solo da una nicchia di utenti, sono però convinto che sia necessario esplorare questa nuova possibilità.

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Il giorno di Natale è stato pubblicato sul blog della fondazione Matrix (che ha creato e mantiene aggiornato questo protocollo di messaggistica) un importante articolo che riassume il successo che ha avuto nel 2022.

Raddoppio degli utenti, adozione da parte di governi e nuove integrazioni con altri software.

Purtroppo però il team di sviluppo fa notare che la natura open source del progetto sta mettendo a rischio anche lo sviluppo del protocollo stesso.

Il fatto che Matrix possa essere installato e gestito direttamente e liberamente da enti pubblici e società senza sborsare nulla crea grosse difficoltà economiche per quanto riguarda il finanziamento del personale della fondazione che lavora sul core del protocollo.

In short: folks love the amazing decentralised encrypted comms utopia of Matrix. But organisations also love that they can use it without having to pay anyone to develop or maintain it. This is completely unsustainable, and Element is now literally unable to fund the entirety of the Matrix Foundation on behalf of everyone else – and has had to lay off some of the folks working on the core team as a result. (Fonte: Matrix Blog)

Questo è un tema ricorrente per chi sviluppa codice open source: se enti ed aziende decidono di utilizzare con profitto software libero e poi non lo supportano anche economicamente creano dei grossi problemi ai team di sviluppo.

Vi ricordo quanto successo solo lo scorso anno con la libreria Log4j utilizzatissima in ambito aziendale e che era mantenuta nel tempo libero da volontari visto che non riceveva fondi a sufficienza per avere un team di sviluppo dedicato. Risultato? La scoperta della vulnerabilità più critica e probabilmente grande degli ultimi 10 anni.

Certo, quello che ho appena fatto è un caso limite, però mostra quanto sia importante finanziare adeguatamente team di sviluppo di software che vengono adottati in ambito aziendale / statale.

Sicuramente lo standard libero ne favorisce l'adozione, ma deve anche esserci una sorta di “risarcimento” economico per chi lo ha sviluppato e reso disponibile gratuitamente...

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